La storia che stiamo per raccontare è la storia di un viaggio interiore che ha portato un uomo semplice divenuto artista per ispirazione e una donna artista per vocazione, alla scoperta del santo poverello di Assisi, in una riscoperta dei luoghi che hanno ospitato il suo cammino terreno e che oggi ospitano la nostra comunità francescana di Casa Regina della Pace.


La storia ha inizio in Sardegna, precisamente nell’isola dell’Asinara, dove Enrico Mereu lavorava come guardia del carcere dell’Asinara, che spesso purtroppo è nota ai molti proprio solo per la presenza del’istituto carcerario di massima sicurezza. Vivere la dimensione della solitudine e del silenzio, tipico di questi luoghi, ha profondamente segnato la vita di quest’uomo che pian, piano da guardia carceraria si è trasformata in un osservatore attento della natura e in un artista ispirato da essa. Quando il suo lavoro presso l’istituto carcerario ebbe termine Enrico e sua moglie sono divenuti gli unici abitanti dell’isola divenendo così i custodi di queste luoghi meravigliosi che sono immersi nel silenzio e nella pace. Grazie al lavoro svolto presso l’istituto carcerario, con dedizione e umanità Enrico è stato infatti insignito della cittadinanza onoraria. Le lunghe giornate trascorse sia come guardia in servizio prima ed in seguito come abitante dell’isola, hanno profondamente segnato la vita e le percezioni di quest’uomo trasformandolo in un artista ispirato da Dio attraverso la Sua manifestazione terrena della Natura che pervade questi luoghi incantati divenuti oggi Parco Nazionale.

Così Enrico ha iniziato da cittadino a trascorrere le giornate passeggiando lungo le sponde del mare e nei luoghi che da sempre conosceva ed osservava quotidianamente. Nel silenzio rotto solo dai suoni della Natura che pervadono l’isola, Enrico ha iniziato ad osservare ogni giorno ciò che il mare portava a riva. Oltre a suonare ogni giorno la sua melodia naturale, il mare infatti, ha il potere di far emergere dalla sua vastità molti elementi che la natura trasforma e ci consegna quasi come un segno tangibile della presenza di Dio sulla terra.
Così Enrico ha iniziato a raccogliere dei grossi legni di Ginepro che il mare gli consegnava quasi come a volergli suggerire ed ispirare l’arte che in seguito lui stessa riscoprirà, ed ha iniziato a realizzare molte opere d’arte trasformando il legno già modellato dal mare, in statue bellissime che oggi sono conservate nel’ex carcere divenuto in parte museo.
Un giorno, il protagonista di questa storia, ha raccolto un legno molto particolare in riva al mare, questo legno infatti, grazie alla trasformazione che l’acqua nel tempo aveva operato, aveva preso una forma che ispirava Enrico e gli ricordava la figura del poverello di Assisi. Così ha iniziato a realizzare una statua del santo circondato dai suoi amati amici animali.
La statua man mano che prendeva forma nelle mani dell’artista suggeriva ad egli stesso l’ispirazione della presenza tangibile di Dio nella propria vita e della vicinanza di Francesco di Assisi che nella sua vita da santo, più di altri, ha ricevuto ispirazioni spirituali dalla Natura e ha ricordato agli uomini l’importanza della contemplazione dell’opera di Dio.

Spesso i piani di Dio ci lasciano stupiti e ci mostrano quanto sia grande la sua opera che continua a manifestarsi anche attraverso i suoi figli che ne sono i custodi. A questo punto infatti della storia accade un incontro tra il protagonista principale e l’altra persona che ha dato vita a questa meravigliosa esperienza di condivisione di questi eventi che stiamo narrando. Rosa Maria Cuboni Mele è una giovane donna che ama l’arte e la musica e esprime principalmente con il canto la bellezza del creato. Ha studiato musica divenendo un soprano ed è figlia di una persona, Don Carmine Cuboni, che per dieci anni è stato Brigadiere e Sovrintendente del Carcere di Massima Sicurezza dell’isola dell’Asinara ma che inseguito si è trasferito sull’isola della Maddalena. Don Carmine per anni si prese cura con amore degli “squadroni dei detenuti” che coltivavano la terra e si prendevano cura del bestiame. Nel 2009 Rosa Maria si reca all’Asinara per una Masterclass di Canto Lirico ed incontra la prima volta Enrico e la moglie Filomena. Quando Enrico capisce dal nome e dai suoi racconti che Rosa Maria è la figlia di Don Carmine le esprime la volontà di conoscerlo personalmente essendo egli molto conosciuto ed ancora ricordato sull’isola per il suo importante lavoro con i detenuti. Prima di morire inoltre, il papà di Rosa Maria, ormai ultraottantenne, ha la volontà di rivedere i luoghi che lo hanno ospitato per alcuni anni ma che gli sono rimasti sempre nel cuore. Vuole rivedere l’Asinara e insieme a sua figlia e a sua moglie intraprende un viaggio per recarsi alcuni giorni sul’isola. Una volta arrivati Rosa Maria ha il suo secondo incontro con Enrico e si rende conto dalla gioia riflessa negli occhi di suo padre, di quanto amore egli avesse per questi luoghi che finalmente può riabbracciare. Don Carmine infatti nel rivedere il carcere e l’isola con le lacrime agli occhi ritrova quei luoghi meravigliosi nei quali ha servito Dio prendendosi cura dei suoi figli carcerati dimenticati dal mondo.
Ne nasce una bella amicizia che porterà Enrico a chiedere a Rosa Maria un aiuto per il suo progetto. Enrico infatti una volta terminata la statua del santo poverello di Assisi vuole intraprendere un viaggio in pellegrinaggio verso luoghi del santo che tanto lo aveva ispirato e portare in dono questa sua opera alla città e in offerta a san Francesco. Chiede così a Rosa Maria di accompagnarlo in questo suo pellegrinaggio e di offrire la sua voce ispirata ed il suo canto alla posa della statua che avverrà il 4 Ottobre del 2021 nel giorno in cui si festeggia il Santo e durante la quale Rosa Maria omaggia il santo di Assisi cantando il Cantico delle Creature.

                           

La storia dunque sembra terminare con il dono fatto da Enrico alla città, la statua infatti è custodita nella Cittadella di Assisi è può essere visitata da tutti quelli che volessero scoprirla da vicino, ma in realtà questo è solo l’inizio di un storia molto più profonda e duratura. E’ la storia infatti di un pellegrinaggio interiore che ha portato queste persone alla riscoperta di Dio attraverso la figura di San Francesco e alla comprensione che il Signore si manifesta nella vita di ogni persona. Attraverso l’ascolto ed il silenzio possiamo tutti cogliere l’ispirazione che il piano Divino ogni giorno invia ai suoi figli. San Francesco continua ancora oggi la sua opera di esempio e di avvicinamento a Dio.
La fondazione Casa Regina della Pace ha dunque accolto Rosa Maria che, nella ricerca della presenza del nostro amato santo, è arrivata alla nostra realtà riconoscendo in essa l’espressione dei valori fondanti dell’opera francescana. Rosa Maria ha dunque partecipato per qualche mese alle attività di aiuto caritatevole che la Fondazione opera quotidianamente aiutando tutte le persone che ha incontrato anche attraverso il suo canto ispirato dal Signore. Allo stesso tempo ha potuto riscoprire la bellezza e l’importanza della lode a Dio nella preghiera e nella contemplazione del Creato e nella condivisione quotidiana del lavoro e della preghiera con i fratelli.

                                    MARIA CUBONI CANTA IL CANTICO DELLE CREATURE - ASSISI 4/10/2021